Editore: Franco Maria Ricci
Edizione italiana
Così scrivono Baldassarre Conticello e Charles de Brosses nel loro articolo dedicato agli splendori della Villa di Epicuro, ben valorizzati dalle fotografie di Araldo De Luca.
"Tutto vi è ordine e beltà - luso, calma e voluttà": a questi versi di Charles Baudelaire doveva somigliare la villa di Ercolano che oggi chiamiamo dei Papiri. Epicuro era stato epicureo, ma povero; gli uomini che abitavano la villa erano epicurei e ricchissimi. In più univano al privilegio del denaro quello della cultura: le statue che popolavano la villa - e che ora sono conservate al Museo Archeologico di Napoli - erano scelte con gusto squisito, e la biblioteca meravigliosamente fornita. Non c'è ragione che, in un luogo così, l'estate del 79 fosse diversa dalle altre. Le cicale frinivano, dolce era il vino di Samo, e piacevole, dopo un bagno in piscina, leggere un poeta nell'ombra fresca dei perostili. Finché non arrivò il fuoco, a trasformare quel luogo di delizie in un giardino sotterraneo di sculture e scritture che ancora oggi non abbiamo finito di disseppellire.